mercoledì 23 marzo 2011

Biscotti? Sì grazie.

Altra giornata di riposo, altro pomeriggio di svacco sul divano a gustarmi film gratuiti grazie allo streaming.. Oggi ho la testa pesante e voglia di sorridere, indi per cui via con una pellicola leggera, musicale. Incuriosita dal balletto propinatomi dal mio amico gay l'altro giorno e dalla canzone da lui cantata, fra l'altro decisamente bene, decido di vedermi il tanto decantato e mimato "Burlesque" con Cristina Aguilera, che, come molti altri hanno asserito, fatela cantare ma non fatela recitare..
Il film in sè è leggero, direi quasi banale. Le coreografie Burlesque sono le uniche sequenze a dare movimento e pepe. A parte.... La scena dei biscotti. Oh si. La famosa scena dei biscotti. Dove un meraviglioso, sodo, tonico Cam Gigandet appare in tutta la sua maschia bellezza.



Oh miei dei, non sono certo una fan dei ragazzacci muscolosi e depilati però... il ragazzo mi fa effetto. E che effetto. Sarà perchè nelle prime scene del film appare vestito con una bombetta nera e truccato con tanto di eyeliner nero sull'occhio a ricordarmi il pupazzo indovino del videoclip dei Poets of the Fall, Carnival of Rust? Può darsi. Ho sempre subito il fascino del maledetto ambiguo.
Comunque, tornando alla famosa scena, è la strabiliante situazione che ogni donnina sogna, anche quelle più insospettabili. Ovvero?
Beh, innanzitutto ci siete voi, care signore, ed un lui, bello, fiero, sicuro di sè, che vi gironzola attorno da un po' e condivide la casa con voi per questioni di mera necessità. Ma pian piano, avete iniziato a piacergli. Tanto che manda a quel paese la fidanzata che sta a New York e che non se lo fila di liscia, la virago che pensa alla sua carriera. Ed allora il nostro caro bellissimo che fa? Ma ovviamente, scevro di ogni legamento morale, inizia la sua fase di accerchiamento della vittima. In maniera ovvia e banale? Fiori e cioccolatini? Ma assolutamente no. Molto più creativo.
Una volta rientrati a casa, dove ovviamente il nostro lui occupa la camera da letto (in fin dei conti la casa è sua) e voi, care le mie Aguilere, il divano, esso scomparirà nel suo boudoire per poi ricomparire vestito di un pigiama rosso a disegnini che definire imbarazzante è un eufemismo.. e che diavolo, mi direte, certo un pigiama così non mi scatena l'eros!!!!! Siate brave e calme, mie care. Perchè il nostro pigiamato, rientrato in camera dopo aver chiuso la porta d'ingresso a chiave, riapparirà in salotto con solo la parte inferiore del pigiamino bambinesco, esibendo un torace ed un addome non trascurabili. Anzi, decisamente azzannabili..

Con un altra infame scusa prenderà una bottiglia d'acqua e si defilerà, senza aggiungere mosse.
Ma come????? Sento già alcune lamentarsi. Cautela, mie prode.. Il nostro filibustiere, per affondarci definitivamente, rientrerà ancora una volta nel nostro spazio vitale.. Solo che questa volta sarà nudo ed esibendo un sedere che non prendere a morsi sarebbe peccato capitale.. Al che la nostra cara eroina Cristina Aguilera, invece che tirargli una sonora pacca la dove non batte il sole che mi fa? Si copre gli occhietti, la santarellina! Ammazza, che tempismo perfetto. Il nostro corsaraccio però non si dà per vinto. Afferrata una scatola di biscotti la posiziona all'altezza dei suoi "gioielli reali" e con fare noncurante chiede "Vuoi un biscotto?"
Beh, carissime, ad una domanda così superbamente originale, avrei saputo benissimo cosa rispondere, altro che risolino imbarazzato aguileriano.. Avrei risposto "Si, volentieri, che ce l'hai un savoiardo???"
Ma insommaaaaaa. Ci lamentiamo della penuria e poi quando arriva e pure in modo originale, facciamo le finte suore?
Ragazze, va bene passare per brave.. Ma un consiglio spassionato a tutte. Più biscotti e meno pare!

domenica 13 marzo 2011

127 ore per rinascere



WARNING! Se non avete visto il film non leggete l'articolo!!!!


Stamane ho visto un film di Danny Boyle, un nome che sarà noto ai più, ma io appartengo drammaticamente a quella schiera di persone che ama il cinema, ma non conosce il mondo del cinema, nè tantomeno i registi.
Indi per cui, veloce ricerchina sul web per colmare la mia lacuna e scopro che Danny Boyle è nientemeno che IL regista di alcuni dei film che più mi hanno colpita e fatto sognare, tra cui l'osannato Trainspotting (del quale avevo già apprezzato il graffiante e squallido sarcasmo del libro), Solaris, 28 giorni dopo, The Beach ed il pluripremiato Millionaire...
Insomma, una persona che le cose le sa raccontare e non solo a parole.
Indi per cui, oggi pomeriggio mi ritrovo sul divano a cazzeggiare, reduce da una mattinata di lavoro pesante e rabbiosa e con la prospettiva di una serata/nottata nuovamente in ambito lavorativo (dato che la sottoscritta purtroppo appartiene alla categoria degli infermieri/schiavi della sanità); l'idea del sonnellino è lontana, ma lo è anche la voglia di alzarsi, muoversi e fare qualcosa.. Così la rabbia pian piano muta ed assume i colori torbidi della micro depressione, di quel abbattimento sconsiderato, che diventa sempre più forte man mano che permetti alla tua mente di lavorarci su.
Dopo qualche piagnucolosa considerazione sulla mia condizione lavorativa/affetttiva/sociale, scatenata dall'autolesionistica pulsione a sbirciare le vite delle mie ex compagne d'università (quasi tutte mamme, mogli, compagne, fidanzate, ecc....), decido d'impegnare la mia mente nella visione di un film, per distrarla e metterle finalmente un bavaglio.
Ed eccomi sul portale dello streaming.. La vetrina d'apertura propone persino film appena usciti ed io ho proprio voglia di novità. Scorrendo lo schermo mi colpisce il titolo di uno di questi, "127 ore" e l'immagine di un ragazzo in bilico su un canyon. Mi piace. Ci clicco su.
Il film inizialmente sembra un classico d'avventura reale, quella che ci appassiona di più perchè sappiamo che è stato davvero sperimentato da qualcuno, qualcuno di fisico. Avevo recentemente visto al cinema "Sanctum 3D" e non mi era dispiaciuto. E poi, io adoro le grotte, gli anfratti, gli scenari da mozzare il fiato, anche se solo all'idea di immergermi sott'acqua e sotto le rocce mi fa diventare la pelle gelida e ruvida.... masochismo emozionale...
Il film parte bene, le inquadrature sono evocative e le prime immagini comunicano libertà, senso di evasione, possibilità di superare il proprio limite, persino un tocco di sfacciattagine ed arroganza..
Fino al punto.. Il punto determinante. Il momento nel quale, discendendo in un canyon, il nostro giovane protagonista scivola, trascinato giù da un masso traditore... Lo stesso masso gli schiaccia la mano e l'avambraccio e lo blocca, lo costringe nelle profondità della terra, lo tiene inchiodato a lui, testimone muto ed implacabile.
Inizia così la dolorosa e sofferta discesa di Aron, questo il nome del nostro ragazzo, verso gli abissi più oscuri della sua psiche. Rimanendo intrappolato per 127 ore (una settimana) senza scorte sufficienti di cibo ed acqua, in un ambiente freddo (disponeva di un solo quarto d'ora di sole al giorno), costretto alla quasi totale immobilità ed alla postura eretta senza potersi sedere, Aron finisce per conoscere i meandri della sua mente ed attraversare le fasi della paura, della disperazione, della rabbia, della rassegnazione, della speranza, dell'accettazione per il lutto del sè. Esso assiste alla morte del suo io sociale e psicologico, alla caduta delle sue convinzioni e ragioni, ripercorrendo la sua vita e le emozioni che lo hanno attraversato.
Il suo percorso verso questa morte rituale trova la sua apoteosi nella frase da lui formulata durante il suo delirio causato dalla disidratazione e dal dolore; egli realizza che ogni gesto, ogni passo ed ogni scelta presa nella vita lo hanno condotto a questo momento, a questo istante. Lui ha scelto. E realizza che quel masso, fin da quando era un minuscolo granello di sabbia, fin dalle sue origini antichissime, lo stava aspettando. Quel masso stava aspettando soltanto lui. Come uno psicopompo lo ha accompagnato nella sua discesa negli inferi, nel ventre della Dea Terra, nel buio. Aron, finalmente consapevole, decide di sacrificare il suo avambraccio e se lo stacca, in un agonia straziante.
La risalita e l'abbraccio del sole e dell'acqua al suo corpo provato sono come un battesimo, come una seconda nascita.
Da ragazzo immaturo a uomo consapevole e forte nello spirito, rinato dalle viscere della Terra.
Tutti noi abbiamo il nostro masso.. Dobbiamo solo prenderne atto. Magari non ci metteremo 127 ore, magari molto di più.. Ma alla fine dovremo lasciare qualcosa. Vivere o Estinguersi. La scelta è SOLO nostra.


giovedì 3 marzo 2011

Flebus - Saboteur Of Love

Proverbiali gonne a fiori

Una volta un ragazzo che conosco scrisse a grandi linee sul suo blog:
"Le donne, in generale, riescono a risollevarsi dagli impatti della vita in maniera più dignitosa e più velocemente".
Non che mettesse in discussione il fatto che anche le donne soffrano o s'immergano in enormi buchi di sofferenza e disperazione.. Ma faceva riferimento ad una misteriosa forza vitale che le aiuta a risollevarsi ed ad indossare, cito testualmente,
"la proverbiale gonna a fiori che urla al mondo... Guardatemi, sono nata... Di nuovo."

Essenzialmente? Credo abbia ragione. Non è la solita, squallida, noiosa questione del confronto uomo/donna.. Ma la patetica, triste asserzione di un uomo, il quale osserva con invidia e forse struggente malinconia, librarsi in volo la donna che forse ha tanto agognato, la stessa donna che probabilmente lo ha massacrato per poi stenderlo al tappeto al quale lui dichiara le sue memorie.
Perchè patetica? Forse perchè da un uomo vorrei aspettarmi di più... Vorrei che capisse che il dolore veste mille maschere, anche quella dell'indifferenza.. Che molte donne si rialzano non perchè non soffrano più, ma perchè devono, spinte da un mondo anche pronto a divorarle..
Quanti molteplici ruoli riveste una donna? Quanto tempo può davvero dedicare a se stessa ed al suo dolore, se non fosse per quell'intima natura di crocerossina che spesso avvolge le menti di molte di noi e ci spinge ad essere madri degli altri, sempre, costantemente, tranne che madri di noi stesse?
Oggi al lavoro assisto all'ennesima scena buffa e ridicola del ragazzo che si fa male e piagnucola come un bambino davanti alla sua fidanzata..Ed alla domanda: "Quando ha eseguito l'ultima antitetanica?", sbarra gli occhi, il vuoto domina la sua mente... Non lo sa. Volta lo sguardo speranzoso verso la sua compagna che da brava grilla parlante risponde al posto suo, con precisione matematica..
Ricordo un ex fidanzato di 25 anni.. Volevo regalargli un paio di boxer spiritosi ma non sapevo la taglia.. Mi rassegno e gliela chiedo. Al che lui mi risponde: "Chiedilo a mia madre che è lei che mi compra le mutande". Non sapevo davvero se ridere o piangere anche se poi alla fine ho preferito riderne..
Questa è una visione della situazione attuale, signori.. Non a caso le canzoni più romantiche e struggenti le scrivono i maschietti. Essi da sempre ci catalogano come romantiche, piagnucolose, fragili... Per poi, una volta soli, descriverci come persone leggere, menefreghiste, pronte a spiccare il volo verso nuovi lidi.
Cari signori uomini.. Ingoiate un po' delle care lacrime che amate tanto, mollate il ruolo della vittima per un attimo e provate a togliervi di dosso il girello che le vostri madri vi hanno piazzato... Correrete verso nuova vita più rapidi di Forrest Gump.